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Inserito il - 23 novembre 2008 : 12:28:08
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Nicole e il calabrone
Il calabrone

Quest’estate sui Monti della Tolfa, curiosa come al solito giravo tra gli alberi di un bellissimo boschetto di querce: quando vedo un albero bucato, mi avvicino per affacciarmi al suo interno. PapĂ subito mi urla: “Nicole cosa stai facendo..č pericoloso guardare dentro gli alberi cavi. Possono esserci i calabroni.” In quell’albero c’era un enorme alveare di carta (o cosě mi sembrava). Per fortuna era abbandonato e cosě non mi č successo nulla e l’ho potuto portare a casa. Domenica scorsa, gironzolando nella Pineta di Procoio, guardando sotto la corteccia di un pino caduto, trovo un enorme vespa, di 5 cm, dai colori bordeaux e giallo scuro. Faccio subito un salto all’indietro, spaventata. Poi mi ricordo di quello che era successo a Tolfa. Un po’ impaurita le chiedo: “Sei un calabrone vero?” “Bravissima, sono la Vespa crabro. Sai molto spesso voi umani credete che il calabrone sia quell’insetto nero molto grosso e rumoroso, la Xylocopa. In realtĂ il vero ed inimitabile sono io!” “Eh si, ma voi siete molto piů pericolosi vero? Me lo ha detto papà ” “Molto…veniamo chiamati anche ammazzasomari, e il nome la dice lunga sull’effetto della nostra puntura. Comunque non pizzichiamo mai senza motivo: qualcuno ci deve proprio disturbare” “Ma il pungiglione si stacca?” “No, no..solo alle api succede questa cosa…a noi praticamente mai. Noi usiamo il pungiglione per uccidere le nostre prede, quindi ci deve servire ogni volta. Le api lo usano invece per difendere l’alveare” “Quindi voi vespe mangiate altri animali e le api invece mangiano nettare..non avevo mai pensato a questa differenza. Ma tu che ci fai sotto questa corteccia?” “Sono una femmina…solo noi femmine sopravviviamo all’inverno, nascondendoci in qualche nascondiglio. Siamo giĂ state fecondate dai maschi in autunno: loro poi muoiono e lasciano a noi il compito, la primavera dopo, di ricominciare il ciclo della vita” ”Che notizie interessanti mi stai dando, calabrone…comincio ad avere meno paura di te e piů rispetto. Ma poi cosa succede?” “Succede che quando il freddo sarĂ finito, comincerò a cercare un luogo dove costruire un nuovo alveare, e se sarò fortunata ne troverò uno giĂ fatto l’anno prima!” Tra me e me pensavo al nido che questa estate avevo portato via dalla Tolfa e all’errore che avevo commesso…avrei fatto lavorare di meno la mia amica vespa. “Come lo costruirai?” “Come materiale userò la corteccia ancora verde e tenera di alcune piante che impasterò con la mia saliva. Poi la prenderò tra le zampe e la applicherò levigandola a lungo con le mandibole; durante la costruzione, che č molto veloce, dovrò andare spesso al piů vicino specchio d'acqua per bere abbondantemente.” “Poi immagino farai le uova in ogni celletta?” “ Si, si e dopo cinque giorni ne usciranno le larve. Le nutrirò prima con nettare, poi con altri insetti, che ucciderò atterrandoli e spezzandogli le ali e zampe; poi masticherò il torace della preda, ricco di proteine per la presenza dei muscoli del volo, afferrerò la pallottola con le mandibole e la porterò ai piccoli.” “Mi lasci senza parole…questa descrizione sembra quella di una battaglia..!” “Dopo nove giorni la larva si trasformerĂ in ninfa, e dopo altre due settimane comparirĂ una giovane operaia, sterile. Subito si nutrirĂ per cominciare a raccogliere i materiali da costruzione: infatti l’alveare dovrĂ ingrandirsi formando un nuovo piano separato dal primo da pilastri; si possono trovare fino a cinque piani, inclusi tutti in un “contenitore” che li isola dal calore: all'interno del nido la temperatura si manterrĂ sui 30°C.” “Ma i maschi dove sono?” “Compariranno solo a settembre insieme alle femmine fertili. In autunno inizieranno gli accoppiamenti, e le uova che non si saranno ancora schiuse veranno distrutte dalle femmine” Rimango completamente affascinata dal modo di vivere di questi animali, la saluto e la rinascondo sotto la corteccia. Voglio tornare a casa per fare un bel disegno di tutto quello che mi ha detto..lo fate anche voi bambini amici miei? E poi perchĂ© non lo spedite in redazione?

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